La palestra di Carvico (BG): un edificio snello ma muscolare

Il progetto della palestra comunale di Carvico (BG) è nato nel 2009 da un concorso per opere pubbliche che interessava un’area di 16.000 mq. dove era già ubicata la scuola primaria di primo grado con una previsione di realizzare un ampliamento dedicato alla mensa a servizio della stessa scuola.

 

LA FASE PROGETTUALE

Il progetto sviluppato dall’architetto progettista, è del tutto innovativo, correlando la struttura e l’architettura di un edificio con la struttura muscolare umana, chiaro richiamo alla destinazione finale dell’edificio.
Ciò che da subito l’architetto ha voluto rivedere è il concetto della palestra pubblica come comunemente si è sempre vista e cioè come un edificio chiuso, luci sempre accese e poco, se non l’inesistente contatto con l’esterno. Pertanto è stata tracciata una prima linea di studio basata sul concetto che questa palestra avrebbe dovuto avere luce e la possibilità di avere un ampio dialogo con l’esterno.
In concomitanza all’idea di trasparenza creando un dialogo tra ambiente interno ed esterno è stato scelto l’approccio biomorfico al progetto, unito all’antropomorfismo, quale ricerca di dialogo progettuale artificio natura.
L’architetto ha cominciato a studiare le fibre muscolari ed analizzando alcune fotografie scattate al microscopio su sezioni tangenziali, ha osservato che le fibre sono contenute da un fascicolo e che gli stessi creano il muscolo che a loro volta terminano in un tendine che si attacca all’osso: straordinario sistema costruttivo che ha portato a concepire un “unicum architettonico strutturale”, così che lo sviluppo delle facciate avrebbero assunto il significato di un dinamismo che avrebbe fuso il progetto architettonico con quello strutturale. Eliminato quindi il concetto di fronti quali tamponamenti di una struttura preordinata si è passato allo studio delle fibre quali pieni e vuoti, dove i pieni fossero sede dei flussi di forze dove far scorrere le tensioni statiche ma a loro volta disegnati dai vuoti che rappresentavano la luce, la fibra, l’elemento architettonico di slancio, quindi creare pannellature autoportanti con un disegno che riflettesse le fibre. Da qui il passo successivo la prototipazione degli elementi in sistemi autoportanti a disegno prefabbricati finiti pronti per essere posati, uno dopo l’altro connessi assieme creando l’archetipo, cioè una struttura autoportante finita con campate di luce libera intorno ai 30 metri.

 

TECNOLOGIE E LE SOLUZIONI COSTRUTTIVE

Si è condotta una ricerca parallela tra lo sviluppo di un sistema costruttivo e lo studio di materiali appropriati che avessero straordinarie capacità statiche, nel contempo plastiche nell’impiego con la peculiarità che fossero materiche, ecocompatibili, riciclabili, costanti nel tempo, approdando alla tecnologia TX Active di Italcementi, di colore bianco candido, che non solo ne racchiude tutte le proprietà ma ne possiede altre, quali le proprietà fotocatalitiche in grado di abbattere gli inquinanti presenti nell’aria e mantenere più pulita la superficie degli elementi esposti all’atmosfera.
Come è possibile osservare in molte altre opere recentemente realizzate con lo stesso calcestruzzo della palestra (citiamo ad esempio il Vodafone Village di Milano, l’edificio i.lab Italcementi di Bergamo, la chiesa di Papa Giovanni XXIII del nuovo ospedale di Bergamo), la scelta di associare una elevata qualità nella tecnologia produttiva degli elementi prefabbricati ed un materiale con caratteristiche uniche quale è il calcestruzzo bianco fotocatalitico sviluppato da Italcementi, si è rivelata anche in questo caso un elemento vincente e distintivo per esaltare il concetto che il progettista voleva sviluppare. Solo con una scelta di questi materiali è possibile infatti realizzare elementi ad alta complessità geometrica, con forme curve, spessori e dimensioni non ottenibili in modo massivo con altri materiali strutturali. Altro elemento distintivo, unico, di questa realizzazione è l’utilizzo del calcestruzzo estetico come elemento strutturale estetico, come soluzione alternativa alle tecnologie costruttive che prevedono solo il rivestimento degli elementi portanti con pannellature di finitura. Infine, la soluzione realizzativa prescelta permette di avere un’elevata qualità estetica ed una vista piacevole anche all’interno della palestra senza soluzione di discontinuità con la facciata esterna.
La scelta del calcestruzzo fotocatalitico i.active TECNO permette di unire ancora una volta il fattore estetico e quello sostenibile, permettendo di migliorare gli aspetti manutentivi con migliore mantenimento delle superfici pulite.
La struttura è stata ulteriormente approfondita per risolvere gli incastri a sbalzo che nel suo insieme trasferiscono tutte le forze ma, tenendo presente che singolarmente, ogni pannello nell’attesa delle maturazioni dei getti di connessione dei vari piani di collegamento, avevano bisogno di sostegni importanti da creare sottostrutture di sostegno dimensionate per i carichi di punta nell’aggetto massimo. Questo aspetto costruttivo ha comportato anche la realizzazione di castelli con tanto di fondazione armata e controventature rilevanti per evitare anche il minimo movimento, calcolando uno scarto di posa di 30 mm su campata di quasi 38 metri (come ad esempio quella del fronte sud).
I vuoti della struttura sono stati oggetto di altro studio basato sul concetto dell’eliminazione tra dentro e fuori, con la creazione di uno scambio tra interno ed esterno. Per riprendere il disegno delle fibre si è approfondito il capitolo casseri a costituire il “vuoto”, partendo dal presupposto che le fibre muscolari sono tutte diverse una dall’altra, il problema da affrontare era risolvere il cassero impiegandone il minor numero possibile, al fine di ridurne i costi di produzione. L’idea sviluppata è stata quella di generare due “pattern” che, compenetrando la struttura in maniera organica e tenendo conto dello spessore delle armature, riflettesse un disegno nel suo complesso in modo non ripetuto. Questa scelta ha permesso di abbattere i costi dell’intervento in maniera molto significativa, in quanto ogni cassero, diviso in più sezioni e sottosezioni, poteva essere ri-assemblato per costituire un disegno differente. Con l’ausilio di alcune tecnologie di finitura superficiale dei casseri mediante applicazione superficiale di resine termoindurenti, è stato possibile ottenere sul calcestruzzo fotocatalitico un coefficiente di scabrezza quasi pari a quello dei materiali plastici.
Visto il risultato di una superficie complanare, pulita, si è lavorato sull’eliminazione delle superfetazioni quali gli imbotti che normalmente contengono le superfici vetrate, delle ipotetiche costolature verticali per contrastare l’azione del vento su altezze libere anche pari a 6 metri, lasciando il posto ad un sistema di sostegno puntiforme dei vetri, anch’esso di disegno derivato dalla struttura a sospensione (dalle fibre) che tiene le lastre di vetro a doppia camera, basso emissive e fonoassorbenti, distanziate dai pannelli biomorfici di 18 mm. Per permettere ai vetri giuntati con silicone strutturale a doppio strato, interno ed esterno, di creare un corpo unico all’interno della forometria e quindi in caso di eventi sismici, il corpo unico risulta libero dalle eventuali tensioni trasmesse dai pannelli, grazie ad uno strato ammortizzante.
Adottando lo stesso principio di pulizia, si è eliminato il cappello della gronda svasando le pannellature all’interno della copertura, al fine di vedere il pannello libero che si staglia nel cielo, ricoprendone solo la parte interna con un lamierato in tinta.
Le vetrate sono state concepite e realizzate in modo tale che d’estate non creino situazioni di abbagliamento ai giocatori con qualsiasi tipo di incidenza solare, non costituiscano effetto serra. Infine, esse garantiscono un isolamento termico al massimo consentito dalla stratigrafia oggi sul mercato senza creare in inverno effetti aberranti sui colori percepiti all’esterno della struttura e nella massima sicurezza dovuta all’impatto sia delle persone che da oggetti.
Sono stati oggetto di studio anche gli spigoli dell’edificio sui prospetti. Nei casi dei prospetti sud-est-ovest dovendo girare sui prospetti contermini con il pattern, guardando l’edificio ad angolo quindi abbracciando due prospetti risultava improbabile far proseguire la curva del limite del prospetto sud con quello ovest e con quello est, accostando le pannellature di testa, pertanto studiando una compenetrazione angolare a 45° del pattern sul pannello a sua volta tagliato a 45° si è risolta la continuità del disegno sui diversi fronti, difficile è stato pensare come sostenere i vetri in curva ripensando gli elementi di sostegno divenuti angolari non avendo un supporto orizzontale ma inclinato per l’inizio della posa. Successivamente, si è passati allo studio del dettaglio del cartabuono angolare delle pannellature che le vetrazioni angolari avrebbero dovuto seguire: così è stato, con la costruzione di una vetrazione tagliata a cartabuono in modo tale da avere la verticale angolare perfettamente allineata. A nord, invece, le pareti terminano con il rivestimento in legno. Infatti la parete nord che ospita l’ingresso oltre ad avere due costolature verticali in calcestruzzo bianco finite con lo stesso principio, ospitando tutti gli impianti e non avendo apporto luminoso si è deciso di realizzarla cieca con un rivestimento in legno a doghe orizzontali. La soluzione permette un effetto sorpresa, quando si sopraggiunge dalla stessa strada prospiciente, con mutazione visiva e discontinua dell’edificio.
Per quanto riguarda la sicurezza interna intorno al campo da gioco, si è pensato di realizzare un sistema antiurto delle pannellature interne in materiale poliuretanico, fino ad altezza due metri come da normativa, con un disegno tale che le superficie orizzontali si sarebbero dovute raccordare in curve da morbide a chiuse. Così facendo, nei risvolti verticali sarebbe stato poco appropriato suddividere le pannellature interne in elementi poi tagliati a 45° e giuntati, quindi la soluzione è stata proposta mediante utilizzo di pannelli ad elementi orizzontali semicircolari che corrono lungo le curve in maniera molto organica e poco percettibile, tanto che da una certa distanza non sembrano neanche essere presenti.
La copertura è stata pensata con giardino pensile a verde estensivo che richieda poca manutenzione e ma che possa conferire un grande potere isolante sia termico che acustico: all’interno del tegolo doppio T sono stati inserite pannelli fonoassorbenti di ultima generazione che, uniti ai vetri fonoisolanti, creano un ambiente confortevole dal punto di vista acustico sia all’interno per il riverbero che dall’esterno.
Per le pavimentazioni interne si è scelto il legno su materassino ammortizzato, per un confort massimo sull’area di gioco mentre gli spalti e i corridoi di smistamento degli atleti nonché gli spogliatoi riflettono il minimalismo con cui sono stati studiati i pannelli utilizzando un battuto di cemento finito a resina, di color verde acido per i corridoi e gli spogliatoi e grigio chiaro per gli spalti con gradini rossi. Le superfici verticali degli spogliatoi, sono state trattate con smalti per eliminare la presenza di piastrelle, mentre gli ambienti bagni e docce sono stati divisi con pannellature sandwich applicate successivamente.
L’impianto di teleriscaldamento è localizzato tra la scuola primaria e la palestra interrato, con una centrale a biomassa che così serve la palestra, le scuole primarie di primo grado e l’asilo, portando calore con sistema radiante a pavimento. Per provvedere un’adeguata aerazione, la palestra è provvista di 4 aeratori bidirezionali che immettono o espellono aria a seconda della stagione e della richiesta di cambio d’aria. Essi possono funzionare ognuno in maniera indipendente così da poter sceglierne l’efficacia. I 15 lucernari apribili a comando possono essere regolati in combinazione con gli aeratori stessi.
Le lampade utilizzate sono tutte a led di basso consumo.
L’area in cui è posto l’edificio è condivisa con l’edificio adibito a scuola primaria di primo grado in un contesto di 16.000 mq di verde, ove è prevista una piantumazione diffusa sul perimetro di ciliegi selvatici di colore rosa chiaro e rosa scuro uniti da siepi di lavanda. Vista la vicinanza dell’edificio scolastico con la palestra sul prospetto sud della stessa è prevista anche una piantumazione tra i due edifici, atti a creare una vista completa dall’interno della palestra sul verde circostante un’armonia con l’ambiente costruito. Le zone esterne saranno completate con piste ciclopedonali.
Come si può capire dall’approccio adottato sia nella progettazione che nella scelta dei materiali e delle tecnologie realizzative dell’edificio, la palestra rappresenta un esempio emblematico di come si possa ottenere un risultato ad alto valore estetico, sostenibile con soluzioni tecnologiche originali introdotte per ottenere il massimo dal punto di vista funzionale.

 

Roberto Sacchetto, Architetto, studio MSA+Partners
Gian Luca Guerrini, Innovation specialist – Italcementi – HeidelbergCement Group

 

Dati dimensionali

Area intervento 16.000 mq.
Superficie lorda complessiva, che comprende locali tecnici, magazzini, spogliatoi, tribune, campo da gioco pari a 1396.90 mq.
Altezza edificio fronte sud 8.87 m. fronte nord 6.05 m.
Fronte sud altezza 8.87 x 37.84 m.
Fronte est ed ovest 31.91 m.
Altezza massima da seminterrato 9.27 m.
Tetto a giardino 1.165 mq.
Posti pubblico 296
Location Comune di Carvico provincia di (BG)
Fine lavori febbraio 2019
Architects Roberto Sacchetto MSA+partners s.r.l.
Design Architetto Roberto Sacchetto
Committente Comune di Carvico provincia di (BG)
Tipologia palestra comunale
Realizzazione e posa pannelli biomorfici prefabbricati: Styl-Comp S.p.A. Zanica (BG)
Fornitore cemento fotocatalitico i.active TECNO: Italcementi (BG)
Opere edili impresa Artedil Medolago (BG)
Realizzazione vetri Vetraria Fratelli Colpani Pedrengo (BG)
Siliconi strutturali: Sika Italia
Sistemi di copertura con elementi TT Magnetti Building spa Carvico (BG)
Posa in opera vetri Aluemme S.r.l. Napoli (NA)


 

Dati progetto

  • Roberto Sacchetto

    Architetto

  • Comune di Carvico (BG)

    Imprenditore

  • 2018

    Completamento

Ufficio Stampa

Innovation Campus Milano Via Lombardia 2/A
20068 Peschiera Borromeo
Italia

Posizione

Via Gramsci
24030 Carvico (Italia)

Palestra Carvico.

Palestra Carvico_2.

Palestra Carvico_3.

Palestra Carvico_5.

Palestra Carvico_4.